PROTOCOLLI CLINICI

Cosa è un protocollo e cosa avete contribuito finanziare nel 2021
Si intende con “protocollo” la migliore forma possibile di trattamento per una malattia, nel nostro caso un tumore pediatrico, cui si arriva attraverso un percorso diagnostico e terapeutico ben definito che pone una risposta a un’esigenza clinica e a domande su un modello o statistico progettato in anticipo, cioè avendo valutato la numerosità del campione disponibile (i pazienti) che serve a dimostrare un miglioramento nelle possibilità di guarigione dei pazienti. Nasce dalla collaborazione dei massimi esperti nazionali e internazionali e da idee ed esperienze che vengono fatte circolare, confermate e/o discusse, basate su standard già acquisiti che si vogliono migliorare alla luce di nuove conoscenze cliniche, biologiche o di nuove terapie disponibili. Per “protocollo” si intende quindi una rigorosa applicazione di quanto deciso (regole, modalità, tempi) e il “protocollo” valuterà rigorosamente i risultati e la tossicità di quando teoricamente deciso. Prima della sua esecuzione il protocollo verrà considerato da un comitato etico indipendente e da un comitato scientifico indipendente. Al momento attuale sono stai di grandissimo aiuto i fondi versati per 3 principali protocolli dedicati a 3 tipologie di tumori del sistema nervoso centrale: i medulloblastomi, gli ependimomi ed i tumori intrinseci del ponte encefalico.
Il Medulloblastoma è un raro tumore dell’infanzia che origina dal cervelletto. E’ caratterizzato da radio e chemio-sensibilità e dalla propensione a dare metastasi attraverso il liquido cerebro-spinale. Ci sono circa 60 nuovi casi ogni anno in Italia. Se il paziente non ha evidenza di malattia metastatica può essere arruolato/a in un Protocollo Internazionale che prevede la stratificazione del trattamento sulla base di caratteristiche biologiche molecolari. I pazienti sono pertanto suddivisi in gruppi con profilo biologico di basso rischio (PNET 5 MB – LR) o con profilo biologico di rischio standard (PNET 5 MB – SR). Inoltre, vi è un terzo braccio di terapia in cui vengono arruolati i pazienti affetti da MB di tipo WNT a Rischio alto (per presenza di residuo di malattia e/o metastasi) e profilo biologico di rischio basso (PNET 5 MB – WNT – HR).Dopo la chirurgia tutti i bambini vengono sottoposti ad un trattamento radiante della durata di circa 6 settimane (radioterapia cranio-spinale + sovra dose sulla sede del tumore). I pazienti caratterizzati da rischio biologico standard, inoltre, sono randomizzati per ricevere carboplatino concomitante alla radioterapia. Successivamente al trattamento radiante viene effettuata una chemioterapia di mantenimento caratterizzata dall’alternanza di 2 regimi chemioterapici: A e B. Il protocollo PNET 5 MB è stato aperto in Italia, progressivamente, in tutti i 14 centri in grado di applicarlo, a partire dal Giugno 2015. Sono stati valutati 106 pazienti, di cui 58 trattati o in trattamento, e 48 che sono stati esclusi per caratteristiche non adeguate a quelle richieste dal protocollo. Senza entrare nei dettagli, la possibilità di “screening”, cioè di completa valutazione centralizzata alla diagnosi sia delle immagini radiologiche, sia della diagnosi istopatologica, sia degli aspetti molecolari, ha permesso di trattare in maniera corretta, oltre ai 58 pazienti arruolati nel protocollo PNET 5 anche gli altri 48 che, in assenza degli strumenti messi a disposizione dal protocollo, avrebbero ricevuto una terapia non coerente con la diagnosi, l’estensione ed i rischi biologici del loro tumore. Le procedure di centralizzazione hanno un costo che è stato gestito anche con le vostre donazioni.
Il protocollo relativo all’ependimoma è un progetto comprensivo per migliorare l’accuratezza della diagnosi di questa neoplasia e esplorare diverse strategie terapeutiche nei bambini, adolescenti e giovani adulti sotto l’età di 22 anni. Include la revisione centralizzata dell’imaging pre- e post-operatorio per valutare la completezza dell’intervento. Include inoltre la revisione istopatologica centralizzata per la conferma della diagnosi come pure la revisione dei piani di radioterapia prima del trattamento. Marcatori biologicie sottogruppi molecolari saranno studiati in maniera prospettica. Ulteriori valutazioni biologiche saranno coordinate nello studio integrato BIOMECA. Nel corso della prima parte dello studio (stadiazione), dopo la revisione centralizzata radiologica e patologica successive alla chirurgia, in presenza di residuo di malattia, ai pazienti viene offerta la possibilità di un second-look chirurgico, se fattibile. Nella seconda parte dello studio, a seconda del risultato chirurgico iniziale (residuo di malattia vs non- residuo), dell’età e dell’eligibilità a ricevere la radioterapia, i pazienti sono arruolati in uno di tre differenti gruppi di trattamento (Strato 1, 2, 3), corrispondenti a tre differenti strategie terapeutiche, secondo lo stato del paziente. I pazienti che non ottemperano ai criteri di selezione di uno dei tre strati di trattamento, possono, in alternativa, partecipare ad quarto gruppo, chiamato “studio osservazionale”. Sono stati arruolati in Italia 194 pazienti completamente stadiati.
Per i gliomi del ponte e i gliomi della linea mediana con mutazione K27 il protocollo, aperto dalla fine del 2015 presso questo Istituto, è ora attivo anche presso l’Istituto Gaslini di Genova, l’Ospedale Santobono Pausilipon di Napoli, e il Bambino Gesù di Roma. Sono stati finora arruolati 51 bambini ed il protocollo si è dimostrati fattibile e con tossicità minima, anche nel braccio sperimentale. Dalla metà del 2018 è stato emendato per includere, oltre ai bambini ammalati da tumore pontino, anche gli altri pazienti, finora 25, con la stessa mutazione dell’istone H3 che hanno sedi diverse nel sistema nervoso centrale, ma sempre sulla “linea mediana” (talamo, mesencefalo, cervelletto, bulbo, midollo).